Denti da latte e cellule staminali? Un rapporto esiste davvero. In qualche studio dentistico già si trovano volantini che, dopo un corso gratuito, promuovono la conservazione di questi dentini. Il motivo? La loro polpa sarebbe una fonte di cellule staminali da conservare congelate per un loro uso futuro da parte dello stesso bambino quando sarà adulto e potrà avere di bisogno di un osso o di un muscolo da rigenerare o da ricostruire.
Denti da latte e cellule staminali: di cosa si tratta
Nel 2003, l’Istituto Nazionale di Ricerca Dentale (NIH, Betesda USA) ha dimostrato che nella polpa dei denti da latte sono presenti cellule staminali adulte, conosciute con il nome di cellule staminali mesenchimali. Quest’ultime hanno un ruolo rigenerativo dei tessuti, possono riprodurre ossa, muscoli, grasso corporeo e cartilagine. Ricreano organi come il pancreas e il cuore. Questo significa che nel corso della vita, se quel bambino avrà bisogno, denti da latte e cellule staminali potrebbero essere utilizzate per queste e per diverse malattie:
- Distrofia muscolare
- Malattie parodontali
- Riparazioni della cornea
- Distrofia muscolare
- Lesioni del midollo spinale
- Ictus
- Malattie del fegato
- Diabete
- Paralisi a causa di lesioni al midollo
- Riproduzione di ossa, cartilagine e tessuti
I genitori possono utilizzare un servizio di deposito A-Tooth per conservarli correttamente. I denti sono disposti in un liquido composto da azoto per la crioconservazione, dove le cellule staminali rimangono intatte per anni. Se nel corso della vita infatti, il bambino avrà bisogno delle cellule staminali, i denti saranno spediti al proprio dentista di fiducia. Al momento però, questo tipo di deposito non esiste ancora in Italia.