La datazione al radiocarbonio dei denti.
Già 45 mila anni fa i primi uomini Sapiens in Europa. Grazie alla datazione al radiocarbonio dei denti molari del reperto è stato possibile risalire al più antico rilevamento d’Europa.
I ricercatori, sotto la direzione di Stefano Benazzi del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Vienna, hanno scoperto in Puglia i resti più antichi degli uomini Sapiens in Europa. Finora si pensava fossero appartenuti agli uomini di Neandertal ma riesaminando i due molari scoperti negli anni Sessanta gli antropologi hanno dimostrato che essi appartengono alla specie Homo Sapiens. Con i due denti molari sono stati ritrovati anche alcune conchiglie ornamentali, le quali sono state sottoposte a datazione al radiocarbonio, utilizzando una recente metodologia messa a punto dall’Oxford Radiocarbon Accelerator Unit. I risultati ottenuti hanno svelato che le conchiglie hanno 45 mila anni, quindi a sua volta i resti di Homo Sapiens rappresentano i più antichi ritrovamenti in Europa.
Il carbonio-14 chiamato radiocarbonio, è un isotopo naturale dell’elemento carbonio, contenuto in tutti gli organismi. Quando questi cessano di vivere, l’interazione tra radiocarbonio e biosfera si interrompe e inizia in modo naturale a degradarsi. Il tempo di dimezzamento medio del carbonio-14 è di 5.730 anni, ed è questo periodo di emivita molto lungo che fa si che permette al carbonio-14 di diventare un potente strumento per rivelare il passato.
I resti fossili sono stati ritrovati nella Grotta del Cavallo, cavità che si apre a circa 15 metri sul livello del mare, formatasi per lo scorrimento di corsi d’acqua ipogei, ubicata nella Baia di Uluzzo precisamente nel Parco di Portoselvaggio, già famosa nel mondo per la grande quantità di ritrovamenti di asinide (Equus asinus hydruntinus). La ricerca, pubblicata sulla rivista “Nature”, ha coinvolto numerose università di tutto il mondo, tra le quali anche l’Università di Pisa e Siena e numerose istituzioni europee.